Narrazioni di esperienze emozionanti riservate a chi cura in ospedale. Ospedale: luogo ipertecnologicizzato per una medicina veloce che apparentemente non sembra lasciare spazio alle emozioni ed alle relazioni con chi soffre.
Emozioni e relazioni che invece sorgono spontanee strettamente legate al luogo “ospedale” – e che non possono appartenere ad altri luoghi – e che emergono nelle maniere più impensate in modo da lasciare un ricordo ed un insegnamento, spesso indelebili, in chi cura e in chi è curato.
Per questo l’ospedale diventa un luogo privilegiato per esperienze privilegiate. L’immagine della copertina si intitola “l’ascolto”.
Vi figurano il medico e la sua malata che ricalcano entrambi il medesimo gesto simpatetico del braccio. Nella stretta vicinanza tra le persone che non si avvale di nessun intermediario strumentale, il dipinto è anch’esso una narrazione medica che vuole significare il doppio ascolto del medico, quello scientifico che è auscultazione del soma malato e quello ermeneutico che è ascolto della storia di vita della persona.
Questo secondo libro della collana raccoglie le narrazioni di esperienze emozionanti riservate a chi cura in ospedale, come l’Autore.
Qui, chi legge, inizia un “viaggio” immaginario con l’Autore, e scopre nello spazio-tempo ristretto dell’ospedale un’altra cosa: nelle buone pratiche di cura tra persone fino a poco prima estranee tra di loro, è possibile la circolarità della cura in cui curanti e curati sono tutti attori di reciproche attenzioni. È questa la testimonianza che queste narrazioni vogliono lasciare ai giovani colleghi impegnati nel faticoso affascinante apprendimento dell’arte della medicina. Insegnamento testimoniato silenziosamente da chi lo avvia nelle corsie dell’ospedale e da chi lo persegue poi nell’ambulatorio del medico di famiglia (sì, è proprio questo il nome che si meglio si adatta al medico della persona) e nelle case.