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Scienze Infermieristiche di Terapia Intensiva
Home / Infermieristica

Scienze Infermieristiche di Terapia Intensiva

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DIPONIBILE DAL 06/06/2025

ISBN: 9788879478274 Categoria: Infermieristica
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DIPONIBILE DAL 06/06/2025

FORMATO Cm 25,5XCm 18,5 con 772 figure e 136 tabelle

Indice
Presentazione xxvii
Prefazione xxix
Introduzione xxxi
1 | FONDAMENTI DEL NURSING INTENSIVO
1.1 | Specificità del setting intensivo rispetto ai contesti di emergenza/urgenza 
1.1.1 Cenni storici sulle terapie intensive e sull’assistenza erogata nei setting di medicina critica 
1.1.2 La malattia critica 
1.1.3 Vecchi e nuovi paradigmi della medicina critica 
1.1.4 La mission della terapia intensiva e la sua specificità rispetto ad altri contesti
di cura e assistenza del paziente critico 
1.1.5 Criteri di ammissione e dimissione in terapia intensiva 
1.1.6 Diversi livelli di intensità di cura: dalla terapia intensiva alla terapia subintensiva 
1.2 | Score e sistemi di misurazione della performance di una terapia intensiva 
1.2.1 La performance clinica e operativa della terapia intensiva 
1.2.2 Mortalità 
1.2.3 Severità clinica dei pazienti ammessi 
1.2.4 Infezioni e antibiotico-resistenze 
1.2.5 Flusso dei pazienti: accessi e dimissioni 
1.2.6 Ratio staff/pazienti 
1.3 | Gli accessi vascolari in terapia intensiva 
1.3.1 Quali accessi venosi in terapia intensiva? 
1.3.2 CVAD: accesso venoso centrale 
1.3.3 Scelta della vena 
1.3.4 Scelta del sito di emergenza (exit site) 
1.3.5 Verifica della posizione della punta 
1.3.6 PVAD: accesso venoso periferico 
1.3.7 IAC: accesso arterioso 
1.4 | La gestione dei sistemi infusionali in terapia intensiva 
1.4.1 Le infezioni correlate agli accessi vascolari 
1.4.2 La medicazione dell’accesso vascolare ed i sistemi sutureless 
1.4.3 I connettori senz’ago (needle-free connectors) 
1.4.4 I port-protector 
1.4.5 Come costruire una linea infusionale ottimale 
1.4.6 Le infusioni in pompa a siringa 
1.5 | Compatibilità dei farmaci in infusione multipla 
1.5.1 L’infermiere e la somministrazione dei farmaci 
1.5.2 Principi di farmacologia 
1.5.3 Terapia infusionale multipla: interazione farmacologica in terapia intensiva 
XII Indice generale
1.5.4 Guida per la compatibilità dei principali farmaci 
1.6 | Supporto nutrizionale nel paziente critico 
1.6.1 Valutazione dello stato nutrizionale nel paziente critico 
1.6.2 Fabbisogno e programma nutrizionale 
1.6.3 Modalità di nutrizione artificiale 
1.7 | Controllo glicemico 
1.7.1 Metabolismo del glucosio e iperglicemia da stress 
1.7.2 Controllo glicemico nel paziente critico 
1.7.3 Come misurare la glicemia 
1.7.4 Come gestire l’iperglicemia 
1.8 | La gestione del volume di residuo gastrico 
1.8.1 La questione del volume residuo gastrico nel paziente critico 
1.8.2 Evoluzione del target massimo di volume di residuo gastrico 
1.8.3 La gestione del sondino naso-gastrico 
1.9 | La gestione dell’alvo 
1.9.1 Malattia critica e funzione gastrointestinale 
1.9.2 Diarrea in terapia intensiva 
1.9.3 Stipsi in terapia intensiva 
1.10 | Cure igieniche nel paziente critico 
1.10.1 Il ruolo delle cure igieniche in terapia intensiva 
1.10.2 Bagno a letto 
1.10.3 Infezioni e clorexidina 
1.10.4 Parametri vitali durante le cure igieniche 
1.10.5 Cura degli occhi in terapia intensiva 
1.10.6 Malattie oculari 
1.10.7 Cura degli occhi nella pratica clinica 
1.10.8 Igiene orale e polmonite associata al ventilatore 
1.10.9 Igiene del cavo orale nella pratica 
1.11 | La prevenzione ed il trattamento delle lesioni da pressione e lesioni device correlate 
1.11.1 Lesioni da pressione nel setting di terapia intensiva 
1.11.2 La dimensione del problema 
1.11.3 Buone pratiche cliniche in terapia intensiva 
1.12 | Bilancio idroelettrolitico 
1.12.1 I fluidi corporei ed il reintegro volemico 
1.12.2 Tipologie di fluidi per somministrazione endovenosa 
1.12.3 Disordini elettrolitici 
1.12.4 Bilancio idroelettrolitico 
1.13 | Gestione dei drenaggi toracici nel paziente critico 
1.13.1 Il drenaggio toracico 
1.13.2 Dispositivi 
1.13.3 Inserimento e gestione 
1.14 | La gestione degli emoderivati 
1.14.1 Emoderivati in terapia intensiva 
1.14.2 Tipologie di emoderivati e indicazioni 
1.14.3 Procedura di somministrazione 
1.14.4 Modalità di somministrazione degli emoderivati 
1.14.5 Precauzioni e raccomandazioni per la somministrazione degli emoderivati 
1.14.6 Complicanze e reazioni avverse 
Indice generale XIII
2 | SUPPORTO E MONITORAGGIO DELLA FUNZIONE CARDIOVASCOLARE
2.1 | Introduzione al monitoraggio emodinamico 
2.1.1 Definizione di shock 
2.1.2 La valutazione del pre-carico 
2.1.3 Le pressioni rilevabili nel cuore destro 
2.1.4 Valutare la risposta ad un bolo di fluidi (Fluid Responsiveness) 
2.1.5 La misurazione puntuale del volume di eiezione e della portata cardiaca 
2.1.6 Ottimizzare il post-carico 
2.1.7 Migliorare la contrattilità cardiaca 
2.1.8 Guidare gli interventi: il ruolo della saturazione venosa di ossigeno 
2.2 | Shock settico 
2.2.1 La risposta dell’organismo ad un insulto infettivo 
2.2.2 La systemic inflammatory response syndrome – SIRS 
2.2.3 La sepsi 
2.2.4 Lo shock settico 
2.3 | Shock ipovolemico 
2.3.1 Inquadramento generale dello shock ipovolemico 
2.3.2 Fisiopatologia dello shock ipovolemico 
2.3.3 Classificazione degli stati di grave ipovolemia – principi generali di trattamento 
2.3.4 Linee guida di “riempimento volemico” – scelta di prodotto – emotrasfusioni 
2.3.5 Principi di diagnostica e di trattamento dello shock ipovolemico 
2.3.6 Sintesi dei problemi annessi al quadro di shock ipovolemico 
2.4 | Shock cardiogeno 
2.4.1 Definizione di shock cardiogeno 
2.4.2 Brevi cenni fisiopatologici 
2.4.3 Epidemiologia e classificazione 
2.4.4 Shock cardiogeno da disfunzione sistolica 
2.4.5 Shock cardiogeno da disfunzione diastolica 
2.4.6 Shock cardiogeno da aumento del postcarico 
2.4.7 Shock cardiogeno da cardiopatie valvolari 
2.4.8 Infarto miocardico acuto e shock cardiogeno 
2.4.9 Principi di monitoraggio e algoritmi diagnostici 
2.4.10 Principi di trattamento di base 
2.4.11 Trattamenti di secondo livello 
2.5 | Farmaci vasopressori ed inotropi 
2.5.1 Vasoattivi ed inotropi nei contesti clinici ad alta intensità di cure 
2.5.2 Classi recettoriali ed effetti clinici 
2.5.3 Vasopressori 
2.5.4 Inotropi 
2.5.5 Nitroderivati 
2.5.6 Conclusioni 
2.6 | Monitoraggio elettrocardiografico 
2.6.1 Quali basi per il monitoraggio elettrocardiografico? 
2.6.2 Concetti base sul monitoraggio ECG 
2.6.3 I principali ritmi cardiaci alterati
2.7 | Principi base del monitoraggio emodinamico 
2.7.1 Principi di monitoraggio delle pressioni fisiologiche invasive 
2.7.2 Il Ponte di Wheatstone 
2.7.3 La linea di monitoraggio della pressione invasiva 
XIV Indice generale
2.7.4 Azzeramento, livello e calibrazione dei trasduttori 
2.8 | Monitoraggio emodinamico base 
2.8.1 Analisi delle curve di pressione arteriosa 
2.8.2 Analisi delle curve di pressione venosa centrale 
2.8.3 Monitoraggio continuo della temperatura 
2.8.4 Gli altri parametri rilevati dal monitor: monitoraggio della frequenza respiratoria,
la pressione non invasiva e la saturazione arteriosa capillare 
2.8.5 La saturazione arteriosa capillare 
2.8.6 La saturazione venosa centrale e mista 
2.8.7 Come impostare il monitor in terapia intensiva 
2.9 | Monitoraggio emodinamico avanzato 
2.9.1 Razionale per l’impiego del monitoraggio emodinamico avanzato 
2.9.2. Il monitoraggio della gittata cardiaca: tecnica transcardiaca e transpolmonare 
2.9.3 Il monitoraggio della gittata cardiaca: metodiche non calibrate 
2.9.4 Parametri volumetrici 
2.9.5 Indici dinamici 
2.9.6 Valutazione dell’adeguatezza dell’ossigenazione cellulare 
2.10 | Gestione del paziente rianimato da arresto cardiaco 
2.10.1 La sindrome post arresto cardiaco 
2.10.2 Diagnostica post ROSC 
2.10.3 Post-resuscitation Care 
3 | SUPPORTO E MONITORAGGIO DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA
3.1 | Fisiopatologia polmonare 
3.1.1 Cenni di anatomia 
3.1.2 Meccanica della ventilazione polmonare 
3.1.3 Cenni di patologia dell’apparato respiratorio 
3.1.4 Diffusione dei gas respiratori 
3.1.5 Controllo della respirazione 
3.2 | L’emogasanalisi ed i disturbi dell’equilibrio acido-base 
3.2.1 Emogasanalisi 
3.2.2 Sedi di prelievo: arteria, vena centrale, vena periferica 
3.2.3 Principi di affidabilità nell’esecuzione e interpretazione di EGA 
3.2.4 Algoritmo generale di lettura dell’EGA 
3.2.5 L’equazione di Henderson-Hasselbach 
3.2.6 Gli stati di acidosi 
3.2.7 Gli stati di alcalosi 
3.3 | Insufficienza respiratoria acuta 
3.3.1 Insufficienza respiratoria acuta 
3.3.2 ARDS e AHRF 
3.3.3 Edema polmonare acuto 
3.3.4 Patologie ostruttive: riacutizzazione di BPCO e asma 
3.4 | Insufficienza respiratoria cronica 
3.4.1 Inquadramento dell’insufficienza respiratoria cronica 
3.4.2 Broncopneumopatia cronico ostruttiva 
3.4.3 Asma 
3.4.4 Fibrosi polmonare 
3.4.5 Malattie neuromuscolari 
3.4.6 Ventilazione non invasiva – Impostazioni base 
Indice generale XV
3.4.7 NIV – Quando iniziare? 
3.4.8 NIV nel BPCO – L’importanza del fallimento 
3.4.9 NIV – Monitoraggio 
3.5 | Ossigenoterapia e sistemi ad alto flusso nei pazienti adulti 
3.5.1 Ossigenoterapia: definizione e ambiti di applicazione 
3.5.2 Target di saturazione arteriosa dell’ossigeno per condizioni cliniche specifiche 
3.5.3 Classificazione dei sistemi di ossigenoterapia 
3.5.4 Caratteristiche applicative cliniche dei sistemi di ossigenoterapia a basso flusso 
3.5.5 L’ossigenoterapia ad alto flusso 
3.6 | Intubazione tracheale nel paziente critico 
3.6.1 L’intubazione tracheale nella malattia critica 
3.6.2 Ottimizzazione emodinamica 
3.6.3 Preossigenazione 
3.6.4 Farmaci dell’induzione 
3.6.5 Laringoscopia 
3.6.6 Monitoraggio 
3.7 | Come funziona un ventilatore polmonare 
3.7.1 Principio di funzionamento del ventilatore polmonare 
3.7.2 Componenti di base del ventilatore 
3.7.3 Come funziona il ventilatore nelle fasi inspiratorie ed espiratorie 
3.7.4 Il display del ventilatore e la rilevazione dei parametri 
3.8 | Le modalità di ventilazione meccanica 
3.8.1 L’equazione di moto e le modalità di ventilazione meccanica 
3.8.2 Le modalità di ventilazione controllata 
3.8.3 I sistemi di trigger 
3.8.4 Le modalità miste 
3.8.5 La ventilazione totalmente assistita 
3.9 | Supporti ventilatori non convenzionali 
3.9.1 Neurally Adjusted Ventilatory Assist (NAVA) 
3.9.2 La ventilazione con ossido nitrico 
3.9.3 La ventilazione con la miscela elio 78% – ossigeno 22% 
3.10 | Misure di meccanica respiratoria bedside 
3.10.1 La meccanica respiratoria nel paziente sottoposto a ventilazione a pressione positiva 
3.10.2 Misure di meccanica respiratoria in ventilazione a volume controllato 
3.10.3 Monitoraggio respiratorio in ventilazione assistita 
3.11 | Asincronie paziente-ventilatore. Guida rapida 
3.11.1 Le asincronie paziente-ventilatore: impatto del fenomeno e problematiche
sulla rilevazione 
3.11.2 Sforzo inefficace (Ineffective Effort/Ineffective Triggering/ Waste Effort) 
3.11.3 Auto-ciclaggio (Auto-Cycling/Auto-Triggering) 
3.11.4 Doppio trigger (Double Triggering/Breath-Stacking) 
3.11.5 Ciclaggio anticipato (Premature Cycling) 
3.11.6 Trigger inverso (reverse triggering) 
3.11.7 Ciclaggio ritardato (Late Cycling/Delayed Cycling/ Prolonged Cycling) 
3.11.8 Asincronia di flusso (flow starvation) 
3.12 | Umidificazione dei gas inspirati 
3.12.1 Fisiologia dell’umidificazione naturale del gas inspirato 
3.12.2 Temperatura, umidità assoluta ed umidità relativa 
3.12.3 I sistemi di umidificazione attiva 
XVI Indice generale
3.12.4 La sostituzione del circuito e della valvola espiratoria 
3.12.5 I sistemi di umidificazione passiva 
3.12.6 Come scegliere il metodo di umidificazione migliore per il paziente 
3.13 | La pulsossimetria 
3.13.1 La curva di dissociazione dell’emoglobina 
3.13.2 Principi base della pulsossimetria 
3.13.3 La saturimetria arteriosa e le novità legate alla processazione digitale del segnale 
3.13.4 Tipologie e raccomandazioni per la gestione dei sensori per la saturimetria 
3.14 | Capnometria e capnografia 
3.14.1 Introduzione al monitoraggio della CO2 espirata 
3.14.2 Tecnologie per il monitoraggio della CO2 espirata 
3.14.3 L’onda capnografica 
3.14.4 La capnometria volumetrica 
3.14.5 Le raccomandazioni internazionali 
3.15 | Estubazioni non pianificate 
3.15.1 Estubazioni non pianificate: inquadramento del problema 
3.15.2 Fattori di rischio e prevenzione delle estubazioni non pianificate 
3.15.3 Decannulazioni non pianificate 
3.16 | Clearence delle vie aeree 
3.16.1 L’aspirazione tracheale nel paziente intubato 
3.16.2 Indicazioni per l’esecuzione della aspirazione tracheale nei pazienti intubati 
3.16.3 Sistemi di aspirazione aperta versus sistemi chiusi 
3.16.4 Scelta del calibro del sondino, della pressione di aspirazione e del tempo di aspirazione 
3.16.5 La Fibrobroncoscopia 
3.17 | I sistemi per aerosol nel paziente critico 
3.17.1 Caratteristiche peculiari dell’aerosol terapia nei pazienti critici 
3.17.2 Inalatori predosati pressurizzati (Pressurized Metered-Dose Inhalers – pMDI) 
3.17.3 Nebulizzatori Jet 
3.17.4 I nebulizzatori ad ultrasuoni 
3.17.5 Nebulizzatori a rete vibrante 
3.17.6 La posizione del sistema di nebulizzazione nel circuito ventilatorio 
3.17.7 Gestione dell’umidificazione attiva durante aerosol terapia 
3.17.8 La protezione della valvola espiratoria 
3.18 | La postura prona 
3.18.1 Cenni introduttivi sulla storia dell’impiego della postura prona 
3.18.2 Razionale fisiologico della postura prona (effetti sul sistema toraco-polmonare,
sulla ventilazione e sugli scambi gassosi) 
3.18.3 Come implementare la postura prona 
3.18.4 Protocollo operativo per il paziente intubato 
3.18.5 La postura prona nel paziente non intubato 
3.19 | Ventilazione non invasiva 
3.19.1 Razionale della ventilazione non invasiva 
3.19.2 Modalità di ventilazione in NIV 
3.19.3 Effetti fisiologici della NIV 
3.19.4 Indicazioni al supporto respiratorio con NIV 
3.19.5 Tecnologie e supporti per istituire la NIV 
3.19.6 Come impostare la ventilazione in NIV-PS 
3.19.7 Come impostare la ventilazione NIV-CPAP 
3.19.8 Gestione infermieristica 
Indice generale XVII
3.19.9 Troubleshooting delle asincronie paziente-ventilatore in NIV 
3.20 | Il casco CPAP 349
3.20.1 L’approccio europeo alla CPAP: la nascita del casco come interfaccia di elezione 
3.20.2 La Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree (CPAP): modalità di erogazione 
3.20.3 Componenti del casco da CPAP 
3.20.4 Applicazioni cliniche della CPAP con casco 
3.20.5 Helmet-CPAP Bundle 
3.21 | Gestione della tracheostomia 
3.21.1 Tracheostomia e laringectomia: definizioni e differenze 
3.21.2 Tracheostomia percutanea e chirurgica 
3.21.3 Tipologie di cannule tracheostomiche e caratteristiche 
3.21.4 Gestione del paziente con tracheostomia 
3.21.5 Complicanze ed emergenze correlate alla tracheostomia 
3.21.6 Processo di weaning dalla cannula tracheostomica 
3.22 | Weaning dalla ventilazione meccanica 
3.22.1 Difficult weaning – definizione ed epidemiologia 
3.22.2 Tecniche di svezzamento dal ventilatore 
3.22.3 Cause di difficult weaning 
3.22.4 Approccio terapeutico al difficult weaning 
3.23 | Elementi di fisioterapia respiratoria e mobilizzazione precoce 
3.23.1 La fisioterapia respiratoria in terapia intensiva 
3.23.2 Strategie di gestione della riabilitazione respiratoria nel paziente in terapia intensiva 
3.23.3 Strategie di prevenzione degli infortuni durante la movimentazione
dei pazienti in terapia intensiva 
3.24 | La polmonite da ventilazione meccanica 
3.24.1 Definizioni delle polmoniti acquisite in ospedale 
3.24.2 Dimensioni del problema delle VAP 
3.24.3 Fisiopatologia e microorganismi responsabili 
3.24.4 Presentazione clinica e diagnosi 
3.24.5 Terapia della VAP 
3.24.6 Strategie preventive 
4 | LA GESTIONE DELLA SEDAZIONE E DELLA PARALISI NEL PAZIENTE CRITICO
4.1 | La sedazione e analgesia in terapia intensiva 
4.1.1 La risposta metabolica allo stress e il bisogno di sedo-analgesia in terapia intensiva 
4.1.2 Accertamento del dolore in terapia intensiva 
4.1.3 Trattamento del dolore in terapia intensiva 
4.1.4 Gestione della sedazione 
4.2 | Il delirium nel paziente critico 
4.2.1 Il delirium in terapia intensiva 
4.2.2 Fattori di rischio e classificazione 
4.2.3 Diagnosi 
4.2.4 Trattamento 
4.3 | Pupillometria 
4.3.1 Pupillometria 
4.3.2 Riflesso fotomotore (PLR) 
4.3.3 Valutazione del dolore 
4.3.4 Valutazione neurologica 
4.3.5 Tecniche per la valutazione della pupillometria 
XVIII Indice generale
4.3.6 Indicazioni al monitoraggio 
4.3.7 Limiti nell’utilizzo della pupillometria 
4.3.8 Elementi che alterano la valutazione delle pupille 
4.4 | Utilizzo dell’elettroencefalografia processata (pEEG)
per il monitoraggio della sedazione in terapia intensiva 
4.4.1 La sedazione in terapia intensiva 
4.4.2 Il monitoraggio della sedazione: dalla clinica all’elettroencefalografia 
4.5 | Il monitoraggio ed il trattamento del dolore 
4.5.1 Il dolore in terapia intensiva 
4.5.2 Valutazione del dolore nei pazienti in grado di comunicare (self-report) 
4.5.3 Valutazione del dolore nei pazienti non in grado di verbalizzare 
4.5.4 Trattamento del dolore in terapia intensiva 
5 | SUPPORTO EXTRACORPOREO DELLA FUNZIONALITÀ RESPIRATORIA,
CARDIACA E RENALE
5.1 | Insufficienza renale acuta in ambiente intensivo 
5.1.1 Definizione ed epidemiologia dell’insufficienza renale acuta 
5.1.2 Diagnosi e classificazione di AKI/ARF 
5.1.3 Quadri specifici di AKI/ARF tipici delle terapie intensive 
5.1.4 Principi di trattamento 
5.2 | Tecniche di supporto della funzione renale 
5.2.1 I perchè della terapia di sostituzione renale in terapia intensiva 
5.2.2 Principi fisici alla base delle CRRT 
5.2.3 Le linee – i codici colore e i principali tipi di metodica 
5.2.4. I filtri e gli “aggiustamenti elettrolitici” 
5.2.5. I comandi e gli allarmi principali 
5.2.6 L’anticoagulazione sistemica e regionale 
5.3 | Gestione infermieristica e troubleshooting nella CRRT 
5.3.1 I problemi che generano l’“Artificial Kidney Failure” 
5.3.2 Panoramica del circuito extracorporeo per la terapia di sostituzione renale continua 
5.3.3 Troubleshooting 
5.4 | Concetti base dello scambio gassoso extracorporeo 
5.4.1 Ossigenazione Extracorporea a Membrana: le configurazioni veno-venosa
e veno-arteriosa 
5.4.2 Ossigenazione 
5.4.3 Rimozione di anidride carbonica 
5.5 | Configurazioni ECMO 
5.5.1 Definizione di Extracorporeal Life Support e di Extracorporeal Membrane
Oxygenation 
5.5.2 Tipologie di circuiti ECMO 
5.5.3 Configurazioni ibride 
5.6 | Indicazioni al supporto ECMO Veno-Venoso 
5.6.1 Valutazioni nel paziente candidato a supporto extracorporeo veno-venoso 
5.6.2 Indicazioni – Ipossia Refrattaria 
5.6.3 Indicazioni – Acidosi ipercapnica 
5.6.4 Indicazioni – Condizioni cliniche 
5.6.5 Controindicazioni 
5.6.6 Trasporto in centri ECMO 
5.7 | Indicazioni al supporto di circolo con ECMO Veno-Arterioso 
Indice generale XIX
5.7.1 L’ECMO veno-arterioso 
5.7.2 Concetti fisiopatologici di base 
5.7.3 Indicazioni 
5.7.4 Condizioni Cliniche Specifiche 
5.7.5 Controindicazioni 
5.7.6 Cenni su altri MCS 
5.7.7 Programma ECMO e trasporto 
5.8 | Ventilazione meccanica durante VV-ECMO 
5.8.1 Ventilazione meccanica controllata ed ECMO 
5.8.2 Pronazione del paziente in ECMO 
5.8.3 Ventilazione meccanica assistita ed ECMO 
5.8.4 ECMO weaning 
5.9 | La gestione della coagulazione durante ECMO 
5.9.1 Problematiche trombotiche ed emorragiche nei supporti extracorporei 
5.9.2 Anticoagulazione durante ECMO 
5.9.3 Monitoraggio dello stato della coagulazione durante ECMO 
5.10 | Nursing del paziente in ECMO 
5.10.1 Il paziente sottoposto ad ECMO 
5.10.2 Management delle cannule ECMO 
5.10.3 Gestione emodinamica e respiratoria: cosa cambia tra le diverse configurazioni
dei supporti 
5.10.4 Cure igieniche durante ECMO 
5.10.5 Prevenzione dei sanguinamenti iatrogeni e monitoraggio 
5.10.6 Prevenzione della sindrome da immobilizzazione e mobilizzazione precoce 
5.11 | Monitoraggio giornaliero delle performance del circuito ECMO 
5.11.1 Assessment del paziente in ECMO 
5.11.2 Primo controllo 
5.11.3 Il circuito ECMO 
5.11.4 Troubleshooting 
5.12 | Trasporto del paziente in ECMO 
5.12.1 Il trasporto del paziente sottoposto ad ECMO: considerazioni generali 
5.12.2 Il centro mobile di rianimazione 
5.12.3 Raccomandazioni clinico-assistenziali per il trasporto dei pazienti in ECMO 
5.12.4 Ruoli e competenze nel mobile ECMO team 
5.13 | Come costruire un programma ECMO 
5.13.1 Il team multidisciplinare 
5.13.2 Formazione e certificazione 
5.13.3 Infrastrutture, attrezzature e risorse 
5.13.4 Protocolli e linee guida 
5.13.5 Monitoraggio e valutazione dei risultati 
5.13.6 Supporto psicologico e logistico 
5.13.7 Collaborazioni e networking
6 | DIAGNOSTICA RADIOLOGICA ED ECOGRAFICA
6.1 | Diagnostica radiologica in terapia intensiva: aspetti di rilevanza infermieristica 
6.1.1 La radiografia del torace (RX torace) 
6.1.2 La radiologia per gli accessi vascolari 
6.1.3 Tomografia Computerizzata (TC) 
6.1.4 Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) 
XX Indice generale
6.2 | Approccio ABC per l’utilizzo dell’ecografo 
6.2.1 L’ecografia in ambito infermieristico 
6.2.2 Principi fondamentali 
6.2.3 Come orientare la sonda 
6.2.4 Ecografia e pratica clinica 
6.2.5 Esame ecografico vascolare venoso/arterioso 
6.2.6 Esame ecografico del polmone 
6.2.7 Ecografia addominale 
6.2.8 Ecografia nel posizionamento di una sonda nasogastrica 
6.2.9 Ecocardiografia 
7 | IL PAZIENTE POLITRAUMATIZZATO
7.1 | Trauma Team 
7.1.1 Il setting epidemiologico del Trauma Maggiore 
7.1.2 La rete per la gestione del Trauma Maggiore 
7.1.3 Trauma System e Trauma Service 
7.1.4 Trauma Team: strumento operativo del trauma system 
7.1.5 Trauma Team ospedaliero e Triage pre-ospedaliero 
7.1.6 Trauma Team e Triage ospedaliero (“secondario”) 
7.1.7 Elementi su cui deve lavorare il Trauma Team per il miglioramento
dell’intero Trauma System 
7.2 | Gestione interdisciplinare del paziente politraumatizzato 
7.2.1 Trauma maggiore: definizione, epidemiologia e punteggi di severità 
7.2.2 Presa in carico del Trauma Maggiore in terapia intensiva 
7.2.3 Gestione del paziente traumatizzato: dalla triade letale al diamante letale
(“Lethal Diamond”) 
7.2.4 Trauma Cranico 
7.2.5 Trauma vertebro-midollare 
7.2.6 Trauma toracico 
7.2.7 Trauma addominale 
7.2.8 Trauma pelvico 
7.2.9 I problemi dell’immobilità del paziente traumatizzato e la necessità di interventi precoci 
7.2.10 La sindrome compartimentale nel trauma degli arti 
7.3 | REBOA 
7.3.1 Lesioni emorragiche nel trauma 
7.3.2 Resuscitative Endovascular Balloon Occlusion of the Aorta (REBOA) 
7.3.3 Indicazioni e controindicazioni 
7.3.4 Inserimento, gestione, e monitoraggio delle complicanze 
7.4 | Il paziente ustionato 
7.4.1 Cenni di epidemiologia delle ustioni 
7.4.2 Classificazione per tipologia e severità 
7.4.3 Effetti locali e sistemici delle ustioni 
7.4.4 Assessment e management intensivo del paziente ustionato 
7.4.5 Direzioni future sul trattamento delle ustioni 
7.5 | Trasporto intraospedaliero del paziente con trauma maggiore 
7.5.1 Trasporto intraospedaliero del paziente critico: principi per la messa in sicurezza 
7.5.2 Presidi di immobilizzazione e mobilizzazione del paziente con trauma maggiore 
7.5.3 Trasporto del paziente politraumatizzato con barella 
7.5.4 Calcolo del consumo di ossigeno durante il trasporto intraospedaliero 
Indice generale XXI
8 | TERAPIA INTENSIVA NEUROCHIRURGICA
8.1 | Principali patologie neurochirurgiche ed interventi operatori 
8.1.1 Ipertensione endocranica 
8.1.2 Erniazioni sovratentoriali 
8.1.3 Erniazione sottotentoriale 
8.1.4 Trauma cranio-encefalico 
8.1.5 Trauma vertebro-midollare 
8.1.6 Ictus ischemico ed emorragico 
8.1.7 Epilessia 595
8.2 | Monitoraggi base ed avanzati in neurorianimazione 
8.2.1 Monitoraggio clinico 
8.2.2 Monitoraggio pressione intracranica e Legge di Monro-Kellie 
8.2.3 Elettrofisiologia 
8.2.4 Flusso e perfusione ematica cerebrale 
8.2.5 Metabolismo cerebrale 
8.3 | Infermieristica in terapia intensiva neurochirurgica 
8.3.1 Caratteristiche del nursing in neurorianimazione 
8.3.2 Derivazione ventricolare esterna 
8.3.3 Pressione intracranica 
8.3.4 Dolore 
8.3.5 Vie aeree e respiro 
8.3.6 Emodinamica 
8.3.7 Temperatura 
8.3.8 Alterazioni del sodio 
8.3.9 Nutrizione e glicemia 
8.3.10 Gestione dell’alvo e della vescica 
8.4 | Il donatore a cuore fermo e a cuore battente:
nuove sfide infermieristiche 
8.4.1 L’infermiere nel processo di donazione degli organi 
8.4.2 Storia dell’inquadramento normativo della definizione di morte 
8.4.3 La Morte per standard neurologico: Dead Brain Death (DBD) 
8.4.4 Il donatore a cuore fermo 
8.4.5 Uncontrolled DCD (uDCD) – DCD II 
8.4.6 Controlled DCD (cDCD) – DCD III 
8.5 | La donazione di organi e tessuti 
8.5.1 L’organizzazione trapiantologica in Italia 
8.5.2 Identificazione del potenziale donatore di organi e tessuti 
8.5.3 Cure intensive orientate alla donazione 
8.5.4 Valutazione idoneità del donatore 
8.5.5 Assegnazione degli organi e coordinamento con la sala operatoria 
8.5.6 Preparazione del donatore 
8.5.7 La comunicazione di morte encefalica e la cura della famiglia del donatore 
9 | TERAPIA INTENSIVA CARDIOCHIRURGICA
9.1 | Principali interventi cardiochirurgici 
9.1.1 La cardiochirurgia odierna 
9.1.2 Cenni di anatomia 
9.1.3 Vie di accesso 
9.1.4 Le fasi di un intervento cardiochirurgico 
XXII Indice generale
9.1.5 Chirurgia coronarica 
9.1.6 Chirurgia Valvolare 
9.1.7 Chirurgia dell’aorta ascendente e dell’arco aortico 
9.1.8 Riparazione dei difetti interatriali o interventricolari 
9.1.9 Ablazione della fibrillazione atriale 
9.1.10 Il post-operatorio cardiochirurgico 
9.2 | Anestesia cardiochirugica 
9.2.1 Paziente cardiochirurgico e rischio perioperatorio 
9.2.2 Monitoraggio del paziente cardiochirurgico e principi di anestesia 
9.2.3 Bypass cardiopolmonare 
9.2.4 Protezione cerebrale 
9.2.5 Blood management 
9.2.6 Gestione del dolore 
9.2.7 Sintesi del meccanismo di funzionamento del bypass cardiopolmonare 
9.3 | Ecocardiografia 
9.3.1 Ecocardiografia in terapia intensiva 
9.3.2 Ecocardiografia transtoracica 
9.3.3 Ecocardiografia transesofagea 
9.4 | Contropulsazione aortica 
9.4.1 Contropulsazione intra-aortica: descrizione del sistema e applicazioni
nella pratica clinica 
9.4.2 Procedura di inserimento 
9.4.3 La sincronizzazione 
9.4.4 Effetti emodinamici e curva di pressione arteriosa durante contropulsazione
aortica (IABP) 
9.4.5 Svezzamento e rimozione del contropulsatore 
9.4.6 Gestione del paziente con IABP 
9.5 | Infermieristica in terapia intensiva cardiochirurgica 
9.5.1 Accoglienza del paziente post-operato in terapia intensiva cardiochirurgica 
9.5.2 Gestione del primo periodo post-operatorio 
9.5.3 Rilevazione e gestione delle complicanze post-operatorie in TICCH 
10 | TERAPIA INTENSIVA PEDIATRICA
10.1 | Inquadramento del bambino in condizioni critiche 
10.1.1 Assessment del paziente critico pediatrico 
10.1.2 Classificazione dello shock e terapia 
10.2 | Prevenzione del deterioramento clinico dei pazienti pediatrici 
10.2.1 Deterioramento clinico pediatrico in ospedale 
10.2.2 Sistemi di allerta precoce e risposta rapida 
10.3 | Come cambia la ventilazione 
10.3.1 Insufficienza respiratoria nei pazienti pediatrici 
10.3.2 La bronchiolite 
10.3.3 Indicazioni all’intubazione e principi di ventilazione meccanica 
10.3.4 Assistenza all’intubazione 
10.3.5 Impostazioni del ventilatore 
10.3.6 Conclusione del weaning ed estubazione 
10.4 | Il bambino con patologia metabolica e bisogni complessi 
10.4.1 Le malattie metaboliche ereditarie 
10.4.2 Segni e sintomi delle malattie metaboliche ereditarie 
Indice generale XXIII
10.4.3 Alterazioni biochimiche 
10.4.4 Trattamento 
10.5 | Il bambino con patologia onco-ematologica 
10.5.1 La patologia onco-ematologica in pediatria 
10.5.2 Tumori infantili: le forme più comuni 
10.5.3 Quadri acuti 
10.5.4 Iperleucocitosi, leucostasi e coagulazione intravasale disseminata (DIC) 
10.5.5 Sindrome da lisi tumorale 
10.5.6 Neutropenia e sepsi 
10.6 | Aspetti etici nella gestione del bambino con bisogni complessi 
10.6.1 Bioetica pediatrica e consenso ai trattamenti 
10.6.2 Bioetica pediatrica e consenso alla partecipazione a studi di ricerca clinica 
10.6.3 Bioetica pediatrica e “accanimento clinico” 
10.6.4 Bioetica pediatrica e malattie croniche 
10.7 | Il modello dell’assistenza centrata sulla famiglia 
10.7.1 Il concetto di Family Centred Care in terapia intensiva pediatrica 
10.7.2 Applicazione della Family Centred Care in area critica pediatrica 
10.7.3 Barriere all’implementazione della Family Centred Care 
10.7.4 La Post Intensive Care Syndrome 
10.7.5 Strategie di miglioramento della Family Centred Care 
11 | TERAPIA INTENSIVA POST-OPERATORIA
11.1 | Il monitoraggio post-operatorio 
11.1.1 Introduzione 
11.1.2 Riferimenti legislativi italiani e caratteristiche della Recovery Room 
11.1.3 Monitoraggio in Recovery Room 
11.1.4 La dimissione dalla Recovery Room 
11.2 | Monitoraggio mininvasivo nella terapia intensiva post-operatoria 
11.2.1 Il monitoraggio emodinamico nel post-operatorio 
11.2.2 Monitoraggio emodinamico mininvasivo 
11.3 | Emergenze ostetriche 
11.3.1 Panoramica delle emergenze ostetriche che richiedono il trasferimento
in terapia intensiva 
11.3.2 Emergenze ostetriche emorragiche 
11.3.3 Eclampsia 
11.3.4 Assistenza alla gravida 
11.3.5 Assistenza alla puerpera 
11.3.6 Quando chiamare urgentemente il personale ostetrico 
11.4 | Il trapianto di organo solido 
11.4.1 Donazione e trapianto di organo solido 
11.4.2 Cenni sull’evoluzione della trapiantologia 
11.4.3 Le fasi del processo di donazione e trapianto d’organo 
11.4.4 Complicanze legate al trapianto d’organo 
11.4.5 Nursing alla persona con trapianto d’organo 
11.5 | La pressione intra-addominale 
11.5.1 L’ipertensione intra-addominale 
11.5.2 Misurazione della pressione intra-addominale 
11.5.3 Gestione infermieristica del monitoraggio della IAP 
11.5.4 Troubleshooting 
XXIV Indice generale
12 | LA PREVENZIONE E LA GESTIONE DELLA POST INTENSIVE CARE SYNDROME
12.1 | La Post Intensive Care Syndrome 
12.1.1 Definizione e fattori di rischio 
12.1.2 Implicazioni per la pratica clinica 
12.2 | Follow-Up post-intensivo 
12.2.1 Implementazione di un programma di Follow-Up 
12.2.2 Le scale di valutazione 
12.3 | ICU diary 
12.3.1 Pagina Bianca. Completamente bianca 
12.3.2 ICU diary e Post Intensive Care Syndrome 
12.3.3 Pratica clinica e sfide per il futuro 
12.3.4 Personale sanitario e ICU diary 
12.3.5 Familiari e ICU diary 
12.4 | Terapia intensiva aperta 
12.4.1 Le ragioni di una scelta 
12.4.2 Definizione di terapia intensiva “aperta” 
12.4.3 Quali sono gli ostacoli alla completa diffusione di un modello di terapia intensiva aperta? 
12.4.4 L’eredità della pandemia COVID-19 
12.4.5 Aspetti etici 
12.5 | Affrancarsi dalla terapia intensiva:
ABCDE, ABCDEF e successivi bundle 
12.5.1 ABCDE Bundle e ABCDEF Bundle 
12.5.2 La presa in carico della Post-Intensive Care Syndrome e l’ABCDEFGH bundle 
12.5.3 Peculiarità dell’ABCDEFGH bundle in area pediatrica 
12.5.4 Applicazione dei bundle di affrancamento dalla terapia intensiva nella pratica clinica 
12.5.5 Applicazione dei bundle 
13 | GESTIRE UNA TERAPIA INTENSIVA
13.1 | La terapia intensiva nel 2025 e oltre… 
13.1.1 Elementi cardine del presente su cui costruire il futuro del lavoro multiprofessionale
in terapia intensiva 
13.1.2 Lezioni dalla pandemia COVID-19 
13.1.3 Struttura, organizzazione e pratica clinica in terapia intensiva: cosa serve per il futuro 
13.1.4 Sviluppo clinico della medicina nelle cure intensive 
13.1.5 Temi chiave per la ricerca in terapia intensiva 
13.1.6 Evoluzione nel design della terapia intensiva 
13.1.7 L’ecosostenibilità in terapia intensiva 
13.1.8 Umanizzazione delle cure in terapia intensiva 
13.2 | Nursing workload e fabbisogno assistenziale 
13.2.1 Carico di lavoro infermieristico nelle aree intensive e semintensive: situazione
attuale italiana 
13.2.2 Principali score esistenti per il calcolo del fabbisogno assistenziale 
13.2.3 Utilizzo del Nursing Activities Score (NAS) e calcolo del fabbisogno infermieristico 
13.2.4 Il fabbisogno assistenziale nelle terapie semi-intensive 
13.2.5 La necessità di aggiornare il NAS 
13.2.6 Dal NAS al calcolo degli infermieri necessari per turno di lavoro 
13.2.7 Raccomandazioni European Society of Intensive Care Medicine (ESICM)
sui requisiti di base per l’assistenza infermieristica nelle unità di terapia intensiva 
13.3 | La volontà e i desideri dell’assistito: consenso informato, disposizioni
anticipate e pianificazione condivisa delle cure 
Indice generale XXV
13.3.1 Le disposizioni anticipate di trattamento e la relazione plurisoggettiva
in terapia intensiva 
13.3.2 Rilevanza per la pratica clinica infermieristica 
13.4 | Digitale e intelligenza artificiale in terapia intensiva 
13.4.1 Verso la “terapia intensiva intelligente” 
13.4.2 Monitoraggio e acquisizione dei dati 
13.4.3 La telemedicina in terapia intensiva 
13.4.4 Intelligenza artificiale e big data 
13.4.5 La robotica e il nursing in terapia intensiva 
13.5 | Strategie di comunicazione in terapia intensiva 
13.5.1 Comunicatori, tempo di comunicazione, silenzio 
13.5.2 Comunicazione verbale, non verbale e para-verbale 
13.5.3 Comunicazione assertiva 
13.5.4 Ascoltare 
13.5.5 Viaggio introspettivo nella comunicazione: emozioni e neuroscienza 
13.5.6 Comunicazione in ambito lavorativo 
13.5.7 Pillole di comunicazione: dieci principi 
13.5.8 Consapevolezza 
13.6 | Medical Emergency Team e Outreach Team 
13.6.1 Il Rapid Response System come filosofia di approccio alle emergenze intraospedaliere 
13.6.2 Struttura del Rapid Response System 
13.6.3 Definizione e composizione dei team di risposta all’emergenza intraospedaliera 
13.6.4 Criteri di attivazione dei team di risposta rapida all’emergenza intraospedaliera 
13.6.5 La risposta del braccio efferente 
13.7 | Aspetti medico legali – Il consenso informato 
13.7.1 La legge 219/2017 e il consenso informato 
13.7.2 Forme di raccolta del consenso e coinvolgimento di familiari 
13.7.3 Trattamenti sanitari 
13.7.4 Soggetti minori o incapaci 
13.7.5 Registrazione e recepimento delle DAT 
13.7.6 La pianificazione condivisa delle cure 
13.7.7 Evoluzione giurisprudenziale in tema di consenso informato 
13.8 | Peculiarità della terapia semi-intensiva: aspetti organizzativi e bilanciamento del
carico di lavoro tra ridotta criticità clinica ed elevata complessità assistenziale 
13.8.1 Il perché delle terapie semi-intensive e quali evidenze in letteratura 
13.8.2 Livelli di assistenza erogabili in terapia semi-intensiva e criteri di ammissione 
13.8.3 Collocazione delle terapie semi-intensive e risorse umane 
13.8.4 La realtà italiana 
13.8.5 Nursing in terapia semi-intensiva 
13.9 | Strategie per l’infection control in terapia intensiva 
13.9.1 L’impatto delle infezioni correlate all’assistenza 
13.9.2 Politiche di sorveglianza, prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza 
13.9.3 Strategie di sorveglianza per le infezioni correlate all’assistenza in ospedale 
13.9.4 Le infezioni ospedaliere in terapia intensiva 
13.9.5 Sorveglianza epidemiologica proattiva 
13.9.6 Utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) 
13.9.7 Utilizzo dei dispositivi di protezione individuale nei visitatori in terapia intensiva 
13.9.8 La tecnologia come arma per la prevenzione delle infezioni 
Indice analitico 

Presentazione

Ho speso una vita nella terapia intensiva e per la terapia intensiva. È un luogo che conosco a fondo, perché l’ho vissuto sia da dentro che da fuori: da medico in trincea a responsabile di reparto e, in alcuni momenti, anche da osservatore partecipe. Ho avuto la possibilità di lavorare in diverse realtà, di confrontarmi con vari modelli organizzativi, con équipes differenti, con pazienti le cui storie – talvolta drammatiche, talvolta ricche di speranza –mi hanno accompagnato. Ho lavorato con infermieri giovani e meno giovani: tutti mi hanno insegnato molto più di quanto avrei mai potuto immaginare. Questa lunga esperienza mi ha permesso di maturare una visione profonda e articolata di ciò che significa lavorare in terapia intensiva. Ho avuto modo di osservare dinamiche complesse, relazioni intense, comportamenti professionali eccellenti e, talvolta, anche errori e criticità da cui trarre insegnamento. Ho visto gioie autentiche, ma anche delusioni brucianti. Ho visto tanti giovani medici ed infermieri crescere. Tutto questo mi consente di fare alcune considerazioni.
La terapia intensiva rappresenta un microcosmo a sé stante all’interno dell’ospedale. Non è solo un reparto: è un ambiente unico, con regole proprie, dinamiche interne peculiari, dove il tempo assume una dimensione diversa e ogni gesto ha importanza e può fare la differenza tra una terapia intensiva super e una normale e, alla fine, può fare la differenza tra la vita e la morte. Le caratteristiche dei pazienti che vi sono ricoverati – persone fragili, instabili, bisognose di cure continue e altamente specialistiche – impongono una struttura organizzativa e assistenziale che non trova paragoni nei reparti convenzionali.
In terapia intensiva si vive in un equilibrio costante tra tecnologia e umanità, tra protocolli rigorosi e sensibilità individuale. La gravità delle patologie trattate, l’imprevedibilità dell’evoluzione clinica, la necessità di decisioni tempestive e coordinate rendono indispensabile la collaborazione continua tra tutte le figure professionali coinvolte. Medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici, operatori sanitari: ciascuno è parte integrante di un ingranaggio complesso, che può funzionare solo se ogni elemento lavora in sinergia.
In questo contesto, l’infermiere di terapia intensiva assume un ruolo cruciale. Non è più solo un esecutore di prescrizioni mediche, ma un professionista con una preparazione elevata, una capacità di giudizio clinico raffinata, una presenza costante al letto del paziente. È colui che osserva, monitora, interpreta i segni, anticipa i problemi. È l’anello di congiunzione tra il paziente, il medico, la tecnologia e, non meno importante, i familiari. La sua prossimità continua al malato gli consente di sviluppare una sensibilità clinica unica, che – se supportata da solide competenze teoriche – gli permette di riconoscere precocemente cambiamenti significativi nello stato del paziente e di contribuire attivamente alla scelta del trattamento più adeguato.
Essere infermieri in terapia intensiva oggi significa, inoltre, confrontarsi quotidianamente con strumenti e tecnologie sofisticate: ventilatori, sistemi di monitoraggio avanzato, pompe di infusione intelligenti, ECMO, CRRT e molto altro. Per utilizzare questi strumenti con competenza e sicurezza, è indispensabile possedere un bagaglio tecnico aggiornato e un’attitudine costante all’apprendimento. La formazione, in questo ambito, non è mai conclusa. Ogni giorno rappresenta un’occasione per imparare qualcosa di nuovo, per migliorare una tecnica, per perfezionare una competenza, per affrontare una situazione mai vissuta prima.
Ma la tecnica, da sola, non basta. In terapia intensiva l’umanità è parte integrante della cura. I pazienti, spesso incoscienti o incapaci di comunicare, percepiscono comunque la presenza, la voce, il tocco dell’infermiere. Nei momenti più critici, l’infermiere è spesso l’unico volto familiare, l’unico riferimento continuo. È lui che, attraverso piccoli gesti, parole semplici ma cariche di significato, riesce a infondere conforto e fiducia. È lui che si prende cura non solo del corpo, ma anche della dignità della persona. Ed è ancora lui che si fa carico del dolore e dell’ansia dei familiari, diventando ponte tra il malato e il mondo esterno. E deve anche sapere quello che succede dopo.
Per questo, al bravo infermiere di terapia intensiva si chiede molto più che competenza tecnica. Si chiede empatia, equilibrio emotivo, capacità comunicativa, spirito di squadra. Si chiede di essere un professionista completo, capace di mantenere lucidità e fermezza anche sotto pressione, ma allo stesso tempo di non perdere mai la propria umanità. È una figura che, in molti casi, diventa anche “personal trainer” del paziente nella fase di recupero, guida per i familiari, punto di riferimento per i colleghi più giovani. Non ultimo è parte essenziale anche nella formazione dei giovani medici e futuri anestesisti rianimatori.
La qualità dell’assistenza in terapia intensiva dipende in gran parte dalla qualità del lavoro di squadra. Un reparto funziona davvero quando esiste una collaborazione autentica tra medici e infermieri, basata sulla fiducia reciproca, sulla condivisione delle informazioni e degli obiettivi, sul rispetto dei ruoli e delle competenze. Quando ogni membro dell’équipe lavora con professionalità, precisione e passione, anche le mille attività quotidiane – il monitoraggio dei parametri vitali, la somministrazione dei farmaci, l’igiene del paziente, la comunicazione con la famiglia – diventano tasselli fondamentali di un progetto assistenziale coerente e di qualità.
Ma per raggiungere e mantenere questo livello di eccellenza, serve una base solida di conoscenze condivise. Serve un testo di riferimento, uno strumento didattico e pratico che aiuti a orientarsi in un ambito così complesso e in continua evoluzione. Serve una guida che raccolga, in modo strutturato e aggiornato, tutto ciò che un infermiere di terapia intensiva deve sapere: dai fondamenti clinici alla gestione delle tecnologie, dalle tecniche assistenziali agli aspetti etici e relazionali.
Scrivere un trattato di scienze infermieristiche in terapia intensiva è un’impresa ambiziosa, ma necessaria. Richiede competenza, dedizione, esperienza e una profonda conoscenza della realtà quotidiana dei reparti di terapia intensiva. Bambi e Lucchini, consapevoli di questa necessità e ispirati dall’esperienza maturata sul campo, hanno raccolto questa sfida con coraggio e determinazione. Il risultato è un’opera corale, frutto del lavoro di numerosi professionisti che, con rigore scientifico e passione, hanno voluto condividere il loro sapere per contribuire alla crescita della professione infermieristica.
A loro, e a tutti gli autori che hanno collaborato a questa pubblicazione, va il mio più sincero ringraziamento. La loro opera non è solo un testo, ma uno strumento di formazione, uno stimolo alla riflessione, un incoraggiamento alla ricerca dell’eccellenza. Sono certo che diventerà un punto di riferimento essenziale per la formazione dei futuri infermieri di terapia intensiva e per tutti coloro che, ogni giorno, scelgono di affrontare con professionalità, curiosità e rigore scientifico una delle sfide più impegnative e affascinanti della medicina moderna.
Roberto Fumagalli
Anestesista-Rianimatore,
Professore Ordinario Università degli studi di Milano-Bicocca;
Direttore del Master di I livello in
“Scienze Infermieristiche di Anestesia e Terapia Intensiva

Prefazione

Scrivere una prefazione per un testo, che a nostro parere resterà per molto tempo una pietra miliare non solo per l’Infermieristica ma anche per la disciplina Medica Italiana che opera in area intensiva, ci ha intimorito, ma allo stesso tempo siamo pieni di orgoglio nel farlo e ringraziamo i veri professionisti, colleghi, autori e curatori del testo Alberto Lucchini e Stefano Bambi, che con competenza e audacia hanno fatto propria la sfida di realizzare un manuale, non solo essenziale al giorno d’oggi per chi opera in contesti sanitari sempre più complessi, ma completo, esaustivo ed innovativo per tutti i professionisti sanitari.
L’opera rappresenta una generosa offerta del sapere specialistico trasversale che, da un lato, si vive e si respira nelle terapie intensive e che, dall’altro, stimola lo sviluppo di una cultura comune e di azioni concrete affinché gli infermieri siano messi nelle condizioni di esprimere il loro pieno potenziale in ogni contesto e ambito assistenziale. Chi opera nelle terapie intensive non è un professionista speciale, più competente di altri, più formato o più esperto, ma certamente è un professionista che deve essere espressione massima di competenze specialistiche, di capacità di agire in contesti complessi, dinamici, dove l’imprevedibilità è costante, dove la tecnologia è avanzatissima e sembra fare da padrona. Tuttavia, la competenza che più qui desideriamo sottolineare, e che emerge da numerosi capitoli del testo, è quella di preservare, sviluppare e tradurre in azione quotidiana il core della scienza infermieristica intesa come autentico stare accanto, autentico prendersi cura, anche in momenti, luoghi, contesti, dove la componente tecnica rischia di diventare preponderante.
Le terapie intensive accolgono professionisti, pazienti e famiglie, che sì incontrano la massima tecnologia nella cura, ma che anzitutto incontrano persone che lavorano per e con altre persone. In questo contesto i sanitari devono essere capaci di agire mettendo in atto competenze non solo cliniche assistenziali proprie dell’area intensiva, ma anche e soprattutto comunicative e relazionali. Si pensi alla persona/paziente che al suo risveglio non è in grado di comunicare, non conosce le sue condizioni di salute, spesso non comprende dove si trova e non ricorda cosa sia accaduto. Si pensi alle famiglie che si trovano frequentemente a dover comprendere situazioni critiche e a prendere scelte difficili, dolorose, come ad esempio offrire il loro consenso alla donazione di organi. Molte sono ancora le grandi sfide professionali che possono essere immaginate in futuro per i professionisti che lavorano in terapia intensiva: rinforzare il lavoro in staffing multiprofessionali, garantire la continuità delle cure e la qualità della vita dopo l’esperienza di terapia intensiva; sviluppare un caring familiare che venga riconosciuto come parte integrante ed essenziale del lavorare in terapia intensiva; promuovere attività di consulenza, prestazione già largamente offerta dalla componente medica, ma non ancora sufficientemente sviluppata per la professione infermieristica.
All’interno di questo scenario, la scienza infermieristica appare quindi come una scienza complessa, fondata su conoscenze sempre più articolate che, in un approccio globale, si offrono come risorsa e come servizio agli individui, alle famiglie e alle comunità. Crediamo che questo manuale di Scienze Infermieristiche di Terapia Intensiva, oltre ai molteplici contenuti utili, offra una visione chiara di questa complessità, cercando di fornire risposte, ma soprattutto di stimolare domande che accrescano la pratica riflessiva, che offrano spunti per ricerca e innovazione, e che, in estrema sintesi, guidino un’attività clinica e scientifica orientata anzitutto dalla ricerca di senso. Desideriamo in particolar modo sottolineare
XXX
Prefazione
tre elementi che a nostro avviso caratterizzano questo manuale. Il primo è la prospettiva multidisciplinare che si riscontra anzitutto dall’ampio e diversificato gruppo di autori coinvolti nella redazione dei diversi capitoli del testo. In un contesto accademico e sanitario in cui sempre più l’interprofessional education rappresenta una sfida e un valore da perseguire, il manuale offre spunti concreti per una didattica multidisciplinare e per una maggior comprensione delle conoscenze e delle competenze altrui, a favore di una collaborazione più consapevole e priva di stereotipi o pregiudizi professionali ormai anacronistici. Il secondo elemento è la tensione continua ad utilizzare i più recenti e validi risultati della ricerca nella trattazione di ogni contenuto, non solo di carattere clinico ma anche formativo ed organizzativo. Consapevoli dell’enorme quantità di lavoro che questo richiede, riteniamo che i curatori e gli autori abbiano avuto la capacità di raccogliere, sintetizzare, e proporre in modo ragionato e strutturato, la letteratura scientifica internazionale più rilevante nell’ambito delle scienze infermieristiche di terapia intensiva. Crediamo questo sia fondamentale non solo per orientare una pratica professionale competente ed etica, ma anche per promuovere una cultura della ricerca all’interno di ogni contesto assistenziale. Infine, il terzo elemento che intendiamo sottolineare, riguarda la fruibilità dell’opera. Riteniamo infatti che curatori e autori abbiano utilizzato un approccio inclusivo, che sicuramente non deluderà chi è già esperto nel settore, ma che nel contempo si rivolge anche a chi muove i primi passi in questo ambito scientifico e assistenziale così specialistico. I contenuti sono introdotti con graduale complessità, approfondimento e livello di riflessione, favorendo quindi l’utilizzo di questo manuale nei diversi livelli della formazione infermieristica e non solo, a partire alla laurea triennale abilitante, sino ai master di primo livello e/o alle lauree magistrali cliniche dell’area intensiva e critica.
Laura Rasero
Infermiera, Professore Associato,
Università degli Studi di Firenze;
Direttore UOc Ricerca e Sviluppo della Clinical Practice,
Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Firenze
Davide Ausili
Infermiere, Professore Ordinario,
Università degli Studi
di Milano-Bicocca

Introduzione

Niente accade realmente per caso. Quando l’Editore ci ha contattato per chiederci di scrivere questo libro, eravamo in un periodo di importante riflessione circa il percorso che abbiamo fatto in questi anni di professione infermieristica, tra la clinica, la ricerca e la docenza in università sui temi dell’assistenza infermieristica in terapia intensiva.
In questo momento, che ha tutto il sapore di una cruciale fase di passaggio, dato l’esplodere della diffusione degli strumenti basati su intelligenza artificiale, con tutte le premesse (e promesse) di drastici cambiamenti nelle nostre vite personali e professionali determinati da questo potente mezzo di collezione, analisi, interpretazione, generazione e rilascio di conoscenze, è stato molto importante per noi decidere di intraprendere la faticosissima avventura di scrivere e curare un libro, in formato cartaceo, senza edizione digitale.
Abbiamo infatti pensato, che di qui a breve, l’intelligenza artificiale potrà offrire sui dispositivi mobili di ognuno di noi (smartphone, tablet…) la risposta a qualsiasi quesito clinico, tecnico o procedurale, grazie alla sua capacità di “nutrirsi” degli input provenienti dalle risorse nella rete e da tutto quello che le verrà “somministrato”, elaborando e rielaborando ogni tipo di dato. Ma allora perché scrivere proprio adesso un libro di infermieristica in terapia intensiva? Perché chi lo ha prodotto non ha soltanto utilizzato le fonti scientifiche garantendo l’approccio evidence-based dei contenuti proposti, ma ha aggiunto il valore insostituibile che proprio l’evidence da sempre propone come pilastro: “l’esperienza del clinico”, soprattutto per coprire le aree di incertezza ancora non supportate da prove, con il coraggio, con la forza, e con il grande senso critico di chi si è formato con entrambi i piedi sul campo. Questo è, a nostro avviso, il valore aggiunto di questo libro, ricco di principi di assistenza infermieristica e trattamento multi ed interprofessionale degli assistiti in terapia intensiva, che dovrebbero resistere in buona parte alla prova del tempo, e che costituiscono una base di ragionamento critico che non può esser fatta semplicemente con poche righe di output su uno schermo digitale.
Non lo abbiamo fatto da soli: per portare a termine questo lavoro ci siamo avvalsi di colleghi infermieri e medici, ospedalieri ed universitari, che godono di grande stima professionale, alcuni dei quali sono i nostri maestri, mentre altri, con nostra grande soddisfazione, sono colleghi cui abbiamo teso il testimone, per portare avanti non solo il contenuto delle scienze infermieristiche di terapia intensiva presente, e speriamo futuro, ma anche e soprattutto l’approccio alla clinica e al pensiero critico che ci caratterizza. Un pensiero che vede l’infermiere al centro del sistema Terapia Intensiva, con la mente rivolta alla gestione dei casi semplici e complessi, in termini di pianificazione assistenziale, gestione degli interventi, e pensiero critico nella risoluzione dei problemi; con le braccia direttamente sulla persona assistita, perché l’assistenza infermieristica è fatta di fisicità ed azione diretta sul malato in condizioni critiche; e con il cuore, perché il professionista infermiere accoglie e accompagna l’insieme paziente-famiglia nel percorso di cura e assistenza, sino al suo esito, ed oltre le porte della terapia intensiva, diventando punto di riferimento per chi si trova nella drammatica esperienza del ricovero e delle conseguenze che si possono protrarre per lungo periodo, anche dopo la fine della degenza.
In questo ci riteniamo molto fortunati: nell’essere circondati di colleghi (in molti casi anche amici), che incarnano perfettamente l’idea di impegno che abbiamo di questa professione, e che viene molto ben rappresentata dalle parole di un infermiere nelle forze armate, emerse durante una sessione di discussione di tesi di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostretriche: “Gli infermieri non hanno paura di sporcarsi le mani”.
Introduzione
XXXII
Introduzione
Il libro prende il titolo del Master di Primo Livello in “Scienze Infermieristiche di Terapia Intensiva” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca che ha una tradizione ormai ventennale, e che vede ogni anno nutrite classi di giovani (e talvolta meno giovani) infermieri approcciarsi al complesso mondo della terapia intensiva, presi per mano dai docenti ed accompagnati gradualmente in un percorso teorico-pratico di acquisizione di competenze fondamentali ed avanzate dell’assistenza infermieristica alla persona con supporto d’organo e sistema e alla famiglia, con un’attenzione maniacale ai dettagli verso l’ambiente di cura, la multiprofessionalità, l’umanizzazione, la gestione e ottimizzazione delle risorse, e lo sguardo al recupero delle funzioni perdute con la malattia critica, agendo particolarmente mediante interventi assistenziali preventivi e di riabilitazione precoce. Il programma del libro è il programma di questo rodato Master.
I contenuti del libro hanno, grazie allo spessore di chi ha contribuito a scriverlo, più livelli di lettura: quello per gli studenti dei Corsi di Studio in Infermieristica, per costruire le basi dei propri saperi e preparare i loro esami negli insegnamenti che prevedono la clinica in terapia intensiva; per gli studenti dei Master infermieristici perché il libro nasce da questa esperienza e offre la piena panoramica delle competenze sui principi di base e avanzata dell’assistenza infermieristica, fondata sulla valutazione continua clinica e strumentale, nonché sulla gestione dell’interazione dei supporti d’organo con le persone ricoverate, e gli aspetti legati all’implementazione di livelli elevati di presa in carico e umanizzazione delle cure; per i futuri studenti delle Lauree Magistrali Infermieristiche ad indirizzo clinico che comprendano il contesto della terapia intensiva: in questo caso l’opera costituisce il compendio ideale per la pratica clinica anche avanzata, in termine di gestione del percorso del paziente nelle traiettorie possibili della malattia critica, per l’acquisizione delle conoscenze organizzative legate alla complessità dei contesti di terapia intensiva e semi-intensiva, e della progettazione ed implementazione di interventi migliorativi per l’assistenza incentrata sull’assistito e la sua famiglia.
Infine, dato il rapporto che da sempre ci lega ai giovani medici in formazione specialistica in Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore, caratterizzato da uno scambio vivace, e talvolta anche di mentoring, siamo convinti che il libro possa trovare notevole interesse anche per loro, in particolare per la chiarezza e il livello di profondità con cui i supporti d’organo sono stati trattati in queste pagine.
Un particolare e affettuoso ringraziamento per la stima dimostrataci va alle Professoresse Luisa Saiani e Alvisa Palese, senza le quali quest’operazione non sarebbe iniziata, e al nostro editore Guido Gnocchi che ha creduto in noi, e che ci ha lasciato credito nel gestire liberamente la struttura e la creazione del libro, e a Giuliano Bursi che ci ha accompagnato pazientemente in questi mesi di scrittura, rilettura e aggiustamento del testo.
A questo proposito, pur essendo una formula in qualche modo “rituale”, rimane vera ed è doveroso formularla: “Gli autori, pur avendo profuso l’impegno nel produrre un’opera il più aggiornata e corretta possibile, sono consapevoli della velocità con cui le conoscenze vengono attualmente aggiornate, e invitano i lettori a segnalare gentilmente eventuali inesattezze rilevate all’interno del testo”.
Ci auguriamo che questo libro possa diventare per molti una solida base su cui appoggiare la propria pratica professionale. Quando abbiamo progettato quest’opera, abbiamo cercato di unire la tradizionale scrittura scientifica ad un concetto moderno di visualizzazione delle immagini. Per questo motivo troverete alla fine di ogni capitolo, un’infografica riassuntiva. L’obiettivo che ci siamo posti è stato quello di mettere al servizio di tutti il nostro personale patrimonio di esperienza e passione maturato in questi anni, sperando di poter aumentare la qualità del nursing erogato in terapia intensiva, attraverso un livello sempre più alto di consapevolezza dell’agire infermieristico.
Alberto Lucchini
Infermiere, Fondazione IRCCS
San Gerardo dei Tintori Monza;
Università degli Studi di Milano-Bicocca
Stefano Bambi
Infermiere, Professore Associato,
Università degli Studi di Firenze;
Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Firenze

 

Autore/i

Bambi Stefano – Lucchini Alberto

Anno

2025

Lingua

ITALIANO

Editore

Edizioni Idelson Gnocchi 1908

Formato

25,55×18,55

Copia saggio Docenti

“La concessione di saggi da parte della Casa Editrice, essendo come ben potrete capire un onere aziendale non indifferente, può essere concessa unicamente nel caso di titolarità di cattedra o corso di insegnamento pertinente; per tale ragione la concessione richiede la completa risposta ai quesiti elencati sul modulo.”

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