Il Club Neuroradiologico Primavera
Un’avventura intellettuale fuori dalla norma
1990 – 2010
Presentazione
Ricordare: richiamare alla mente ma anche, etimologicamente: “ritornare al cuore”, laddove il cuore era creduto dagli antichi essere la sede della memoria. Oggi sappiamo che da un punto di vista biologico certamente non è così, ma tutti comunque portiamo “nel cuore” un insieme spesso un po’ disordinato di persone, esperienze, incontri che costituiscono il ricco affresco della nostra esistenza; e queste persone, esperienze, incontri ritornano continuamente al nostro cuore e vi abitano, sempre presenti anche se talvolta sopiti o nascosti dall’incedere della quotidianità che tutto e tutti assorbe.
Come avrebbe definito il ricordare, il Professor Ruggiero, fondatore del Club Neuroradiologico Primavera? Forse come un coltello (“il Coltello della Memoria”, Ruggiero G, Campanotto Editore 2001) che lacera un groviglio altrimenti inestricabile di esperienze, quasi a costituire un continuo esame di coscienza? Forse, con il suo animo di “medicoscrittore”, avrebbe trovato comunque il modo di spiazzare ancora una volta tutti, sostenitori e detrattori, nella sua innata impossibilità a suscitare indifferenza nei suoi interlocutori.
Oggi il Prof. Ruggiero non è più con noi, come purtroppo anche alcuni di noi che con lui hanno percorso per varie distanze il solco tracciato dal Club. Cosa ne rimane? Pepe Scotti con delicatezza e “profonda leggerezza” (oppure “leggera profondità”?) dipinge una galleria di immagini, esperienze e personaggi indimenticabili per chi c’era, ma che dovrebbero essere conosciuti anche e soprattutto da chi non c’era. Non un circolo chiuso, ma una fucina di talenti, una scuola di Neuroradiologia intesa come scuola di etica e di vita, che ha permeato e impollinato l’intera Neuroradiologia Italiana portandola a essere una delle più grandi al mondo. Questo libro nasce allora per ricordare, e per non dimenticare. Oggi nell’ansia del consumo, del nuovo a tutti i costi, del tritacarne (mediatico ma anche esperienziale), più che ricordare sembra che continuiamo a dimenticare. Ricominciamo sempre da capo, senza pensare che tutta l’esperienza umana è, in fondo, uno “stare sulle spalle dei giganti”, laddove però ognuno di noi è un gigante, solo se condivide la propria esperienza umana mettendola, e mettendosi, al servizio degli altri. Solo così l’Umanità può crescere, e con essa può crescere ciascuno di noi.
Tutto questo è stato il Club Primavera, e per questo merita di essere ricordato e (ri)conosciuto.
Genova, 22 giugno 2020
Andrea Rossi
Presidente dell’Associazione Italiana di Neuroradiologia
Introduzione
“Un’avventura intellettuale fuori dalla norma”; questo è stata la “Primavera Neuroradiologica”, questo sono stati i diciannove incontri del Club Neuroradiologico Primavera, dal 1991 al 2010.
La citazione in esergo, tratta dal libro del Prof. Giovanni Ruggiero Il coltello della memoria, non è importante solo per l’intuizione secondo cui le situazioni di estremo pericolo possono essere vissute come avventure intellettuali.
Essa contiene anche un suggerimento, un consiglio, una esortazione a trarne vantaggio, a utilizzare le circostanze di pericolo per esaltare la propria capacità d’iniziativa, anziché deprimersi per la paura.
Quale occasione migliore dunque, quale momento più appropriato se non la pandemia Covid-19 (provocata dal virus SARS-CoV-2), per ricordarla e per metterla in pratica? Quale momento migliore per ripercorrere, e rivivere, i 19 anni di una “avventura intellettuale” promossa e sostenuta proprio dal Prof. Ruggiero? Per un curioso disegno della sorte, sapendo di dover entrare per settimane in quarantena forzata dai primi di marzo 2020, mi ero proposto di non deprimermi, di continuare a lavorare in modo diverso, a casa e non più al Centro Diagnostico, di fare cioè anche di questo evento, di questi giorni assurdi ed eccezionali una “avventura intellettuale”. Con la mente e il cuore attenti e partecipi al dramma di chi, medico più giovane e competente, esercitava in prima linea la propria “avventura intellettuale”, in un generoso impegno professionale per dimostrare che la vita ha un senso, in gran parte racchiuso proprio nell’impegno per gli altri e nelle relazioni personali.
In queste settimane (forse mesi), in cui un’intera nazione, il mondo intero pareva sospeso fra la paura, l’incredulità e la speranza, in questi giorni in cui, assieme alle persone se ne andavano ampi pezzi di memoria, avevo scelto quale “attività alternativa”, di riordinare i miei “archivi”.
Una gran quantità di fotografie, articoli, lettere, dépliants di corsi, viaggi, convegni e congressi, piuttosto disorganica e disordinata, anche se raccolta in cassetti, classificatori, scaffali in ordine cronologico, talora anche “logico”; testimonianza di quasi 57 anni di attività professionale (mi sono laureato in medicina nel 1963).
La maggior parte di questo materiale e di queste memorie copre i quasi cinquant’anni della mia attività come neuroradiologo.
Neuro… che? c’è ancora chi si domanda quando mi viene chiesto a quale specializzazione medica io abbia dedicato il mio interesse e il mio impegno di una vita.
Neu-ro-ra-dio-logo, sì, proprio così: neu-ro-ra-dio-logo, rispondo scandendo le sillabe con un minimo di insofferenza e di sufficienza. No, non neurologo; no, neanche neurochirurgo. Neppure radiologo. Io ho una specializzazione in neurologia e una in radiologia e faccio il neuroradiologo.
Oggi succede raramente di trovarsi in questa situazione, ma quarant’anni fa, la neuroradiologia era una disciplina che per quanto esistente da decenni in tutto il mondo, ancora doveva spesso combattere per farsi conoscere, per rivendicare la propria identità e il proprio diritto ad essere considerata tale.
Una disciplina medica è tale quando ha un ampio corpo di nozioni da trasmettere, da insegnare, di pratiche cliniche da offrire, di persone, medici e paramedici ad essa esclusivamente dedicati, di modalità organizzative, di metodologie diagnostiche, di tecnologie e attrezzature specifiche, di reparti ospedalieri ben riconoscibili e definiti.
Ma una disciplina è tale anche quando sia i pazienti, che i colleghi medici di altre discipline e gli amministratori, ne riconoscono e ne promuovono l’identità, e ne richiedono prestazioni e servizi a chi la conosce e la pratica. Una disciplina medica è tale quando viene istituito un chiaro programma di formazione nonchè specifici percorsi di carriera ospedaliera e universitaria.
Ecco, oggi la Neuroradiologia è tutto questo, in Italia, in Europa e nel resto del mondo. La Neuroradiologia, diagnostica e interventistica (o terapeutica, come alcuni amano chiamarla) è una disciplina affermata e riconosciuta, con ruoli primariali e cattedre universitarie.
I pazienti sanno che è il neuroradiologo che esegue e interpreta le loro TAC, le Risonanze Magnetiche, le angiografie del cervello, della colonna vertebrale, del midollo spinale.
I genitori sanno che è il neuroradiologo pediatra che ha l’ultima parola nel diagnosticare le complesse e delicate anomalie del cervello dei loro figli. I colleghi medici, in particolare neurologi e neurochirurghi, sanno che con il neuroradiologo possono risolvere problemi diagnostici e che al neuroradiologo interventista possono affidare trattamenti complessi di aneurismi, ictus, malformazioni vascolari etc.
Anche i ricercatori, e gli scienziati dell’ampio campo delle neuroscienze sanno di poter avere, nei neuroradiologi, interlocutori informati, preparati e interessati a contribuire, con la loro cultura e con le loro metodologie, alla ricerca e alla conoscenza della complessa e affascinante realtà del cervello, del sistema nervoso, della sua funzione oltre che delle sue patologie. Gli studenti in medicina, e gli specializzandi in radiologia sanno che, per diventare neuroradiologi, potranno contare su un patrimonio di esperienze e di conoscenze che vengono loro trasmesse da chi pratica e insegna la neuroradiologia, anche se talora con percorsi ancora non omogenei nell’organizzazione didattica.
Ma per arrivare dove siamo oggi, è stato necessario percorrere con determinazione e tenacia un lungo percorso, fatto di confronti, di scontri, di successi, di affermazioni, talora di delusioni e sconfitte.
La storia pluridecennale della Neuroradiologia, in Italia e nel mondo, è documentata in tre importanti volumi.
Ripensandola e ripercorrendola attraverso la mia esperienza così come depositata nei documenti custoditi nei miei cassetti, e nelle pagine del mio diario, ne ho progressivamente isolato un frammento piccolo, limitato nel tempo, ma non irrilevante, che mi è parso importante far conoscere, non avendo certo la presunzione di scrivere di storia.
Le pagine che seguono, con allegati i programmi, le locandine, le lettere di convocazione, gli originali documenti di tutte le riunioni del Club Neuroradiologico Primavera, non sono né vogliono essere una rivalutazione “storica”. Si tratta piuttosto di una cronaca e allo stesso tempo di un catalogo da sfogliare, di una raccolta, quasi un collage, un affastellamento letterario, analogo o somigliante nella sua composizione alla tecnica figurativa di action painting alla Pollock (un action writing, per usare un ardito neologismo, con alcuni flash, per parafrasare il Prof. Ruggiero).
Al di là delle modalità del racconto e della composizione degli elementi, queste pagine sono comunque un convinto e serio contributo alla costruzione di questa storia e alla ricostruzione di quel progetto e di quel vissuto.
Esse sono soprattutto un omaggio ai protagonisti di una significativa “avventura intellettuale” che in modo discreto e originale ha contribuito allo sviluppo della neuroradiologia e alla formazione non solo scientifica, ma culturale, intellettuale e umana di molti suoi “attori”, personaggi e interpreti.
Nel clima degli incontri del Club Neuroradiologico Primavera è progressivamente emersa, si è evidenziata e identificata una vera e propria “classe dirigente” che pur nella diversità delle personalità, delle sensibilità, delle opinioni ha trovato una armonia di intenti che molto ha contribuito alla crescita professionale, scientifica e umana della neuroradiologia italiana.
L’autore ha partecipato a dodici delle diciannove riunioni, e pertanto non tutti i capitoli sono accompagnati da commenti, spiegazioni e considerazioni personali ugualmente esaurienti. Avendo l’autore iniziato a tenere un diario personale dal 1996, gli appunti e le considerazioni relativi al Club in esso contenuti sono stati trascritti a commento di alcune delle riunioni.
Le dinamiche del gruppo, il suo crescere autonomo e il suo modificarsi nella consapevolezza di stare vivendo una “avventura intellettuale” preziosa, traspaiono da una attenta rilettura delle lettere, dei programmi, della lista dei partecipanti, documenti che costituiscono il nucleo originale e rilevante di questo libro. Ma anche e soprattutto dalle numerose testimonianze che l’autore ha chiesto, e ottenuto da parecchi soci del club; le risposte ricevute, ben ventinove (incluso Ugo Salvolini), sono riportate nei resoconti delle varie riunioni e in parte nel capitolo “Testimonianze” e contribuiscono a comporre, come tasselli di un più ampio mosaico, una sorta di armonioso e vivace affresco corale, con luci e ombre, figure osannanti e volti critici, se non corrucciati, da cui traspare la prorompente e controversa onnipresenza del “fondatore”, del Prof. Ruggiero. Alcune, poche fotografie, restituiscono in parte l’atmosfera e l’ambientazione delle riunioni.
Per contestualizzare nella più ampia cornice storico-politica il periodo di svolgimento delle riunioni, è stata aggiunta una cronologia essenziale dei più rilevanti eventi accaduti in Italia e nel mondo nel ventennio 1990-2010.
INDICE
Le origini
Personaggi e interpreti
Giovanni Ruggiero
Testimonianza di Nadia Colombo
Cronologia
I riunione: 1991 – Cogne, 16-20 giugno
a. Testimonianza di Giancarlo Dal Pozzo
b. Testimonianza di Fabio Triulzi
c. Testimonianza di Alessandro Bozzao
d. Testimonianza di Luigi Simonetti
II riunione: 1992 – S. Vigilio di Marebbe, 16-20 febbraio
III riunione: 1993 – S. Vigilio di Marebbe, 24-28 marzo
Massimo Gallucci
IV riunione: 1994 – S. Vigilio di Marebbe, 19-23 marzo
V riunione: 1995 – Cogne, 22-26 giugno
VI riunione: 1996 – S. Vigilio di Marebbe, 23-27 marzo
VII riunione: 1997 – Pescasseroli, 11-15 giugno
a. Testimonianza di Maria Grazia Bruzzone
VIII riunione: 1998 – S. Vigilio di Marebbe, 23-29 marzo
a. Testimonianza di Edoardo Boccardi
b. Testimonianza di Stefano Perini
IX riunione: 1999 – S. Vigilio di Marebbe, 24-28 marzo
a. Testimonianza di Alberto Beltramello
X riunione: 2000 – S. Vigilio di Marebbe, 22-26 marzo
a. Testimonianza di Gianni Pellicanò
b. Testimonianza di Andrea Falini
XI riunione: 2001 – Casamicciola, 30 aprile – 4 maggio
a. Testimonianza di Elisa Ciceri
XII riunione: 2002 – S. Vigilio di Marebbe, 3-7 aprile
a. Testimonianza di Cesare Colosimo
XIII riunione: 2003 – Casamicciola, 30 aprile – 4 maggio
a. Testimonianza di Ferdinando Caranci
XIV riunione: 2004 – S. Vigilio di Marebbe, 20-24 marzo
XV riunione: 2005 – S. Vigilio di Marebbe, 19-23 marzo
a. Testimonianza di Alberto Bizzi
XVI riunione: 2006 – Pescasseroli, 13-16 maggio
a. Testimonianza di Mario Muto
b. Testimonianza di Giuseppe Bonaldi
XVII riunione: 2007 – Gallipoli, 28 aprile – 1 maggio
a. Testimonianza di Cosma (Mino) Andreula
b. Testimonianza di Andrea Rossi
XVIII riunione: 2008 – Bologna, 25-26 aprile
XIX riunione: 2010 – Casamicciola, 3-7 luglio
Addendum
Testimonianze
a. Prof. Raffaele Elefante
b. Marco Pastore Trossello
c. Giovanni Sirabella
d. Sossio Cirillo
e. Paolo Tortori Donati
f. Federico Zappoli Thyrion
g. Donatella Tampieri
h. Raffaele Agati
i. Maria Consuelo Valentini
Quelli che non c’erano, e perché…
Chi c’era e non c’è più
Epilogo
Cronologia eventi storici 1989-2010
Ringraziamenti